Antonio Ruggiero

 

(Istruttore Informatico)

 

Cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o

qualcosa che hai perso per sempre?

(Woody Allen)

Ruggiero Antonio

Via Casa Sasso, 7 - Loc. Vescovado - 84014 Nocera Inferiore - Salerno - Italia

Email: antrug@gmail.com - Email PEC: antonioruggiero@gigapec.it - Telefono 3473636294

Skype: antonio_ruggiero - twitter.com/frasedioggi

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Capita a volte di scrivere qualcosa che fa piacere rileggere, lo stesso piacere di guardare una vecchia fotografia.

 

Blog - 2009

 

06 Maggio 2009 (inviato a WIRED per l'iniziativa "Io amo Internet" e pubblicato qui)

Leggendo l'editoriale di Riccardo Luna mi sono venute le lacrime agli occhi. E’ stata una rivisitazione ipertestuale degli ultimi 15 anni della mia vita. Tutto iniziò una calda sera di Novembre del 1995. Quel giorno ero stato invitato a dimettermi dall'azienda in cui lavoravo, azienda messa in ginocchio come tutto il settore edile, da Mani Pulite. Era un'azienda di Sinistra e per convincermi ad andarmene mi avevano offerto un anno di stipendio anticipato. Come biasimarli?

Avevo deciso di prendermi un semestre sabbatico, ma passai a trovare due amici che avevano messo su un negozio di Informatica, all’epoca si vendevano PC con Windows 3.1 e hard disk da 40 Megabyte. Li trovai letteralmente ipnotizzati da un monitor sul quale imperava una parola senza senso “Yahoo!”, nella cornice di un programma che aveva come logo il timone di una nave. Chiesi: cos’è? Mi risposero senza uscire dall’ipnosi: Internet! Mi sedetti dietro di loro, in seconda fila, dopo cinque minuti ero anche io in ipnosi.

Un mese dopo aprimmo il primo Point Of Presence nel nostro distretto telefonico con una batteria di 16 modem a 14.400 baud. Un anno dopo partii per gli USA, per conoscere la mia attuale compagna che un mese prima era capitata per caso nella mia mailbox. Poi venne il freenet e la rivolta della categoria, l’associazionismo ed i presidii davanti Montecitorio. Poi venne l’11 Settembre e sembrò che sotto le torri ci fosse rimasta anche la Net Economy.

Due mesi dopo arrivò Jamila. Il nome arabo gliel’aveva scelto un indonesiano venditore di collanine, io e sua madre non ce la sentimmo di cambiarglielo dopo quanto era successo. La Rete mi permise di starmene a casa a telelavorare e di vivere pienamente la paternità come pochi, senza abbandonare baracca e burattini.

Poi, orbo in un mondo di ciechi, hanno cominciato a propormi di “insegnare”. Io chiedevo: “cosa?” e loro rispondevano: “ma come cosa? Devi insegnare ad usare Internet!”. Ok, l’ho fatto, ma sempre con la sensazione di stare a rubare caramelle ai bambini. Insomma non è corretto farsi pagare per insegnare ad andare in bicicletta. Oggi quando mi chiedono “che lavoro fai?”, rispondo “il mio mestiere è connettere!”. Internet non è più “la mia finestra sul mondo”, ma è “il mio mondo”. Senza le mie net community sarei poca cosa. Un neurone senza sinapsi. Grazie Internet per tutto ciò che mi hai dato.
 

Blog - 2003

 

02 Settembre 2003 (email inviata a ita-pe@nic.it, lista della Naming Authority Italiana e pubblicato qui)

Il mese scorso sono stato in vacanza nel Salento, terra magnifica che produce ottimi vini ed olii.

Una mattina sono arrivato in spiaggia con moglie e bimba relativamente presto e per la prima volta riuscii a piazzare il mio ombrellone in prima fila, quasi sul bagnasciuga.

Dopo un'oretta di bagno e sole mi ha avvicinato un attempato signore con accento del Nord (che in seguito per brevità chiamerò "proponente"), che mi ha offerto la bella cifra di 200 euro se io solo avessi spostato il mio ombrellone in un altro punto della spiaggia (ormai erano già occupate seconda, terza e quarta fila) lasciando a lui e a sua moglie il "mio" posto in prima fila.

Dopo un veloce consulto con mia moglie, accettiamo increduli la proposta, ma mentre il proponente ci sta consegnando la somma pattuita la scena non passa inosservata al bagnino, che si avvicina ed osserva che essendo la spiaggia suolo demaniale la sua occupazione non può essere oggetto di trasferimento a titolo oneroso. Mi fece notare che, se io volevo, potevo tranquillamente cedere il mio posto al proponente ma solo a titolo gratuito, altrimenti si sarebbe verificato un caso di "indebita speculazione sull'uso di un bene dello Stato ricevuto in assegnazione". Aggiunse che se avessi accettato i soldi dal proponente, avrebbe denunciato la cosa alle forze dell'ordine e che aveva già provveduto ad annotarsi il mio numero di targa (infame!). A malincuore dissi al proponente che non potevo accettare la sua proposta. Aveva lui stesso sentito il bagnino e non avevo altra scelta. Cosi il signore piantò il suo ombrellone in quinta fila e la spiaggia tornò alle sue occupazioni solite.

Alle ore 12:00 il sole cominciò a picchiare duro e io e mia moglie decidemmo di levare le tende e tornarcene alla frescura dell'agriturismo del quale eravamo ospiti. Il bagnino appena mi vede chiudere l'ombrellone mi corre incontro rosso in volto, come se avesse visto la moglie a letto con un altro, urlandomi che se credevo di prenderlo per i fondelli (usò un'altra frase molto più onomatopeica) impunemente mi sbagliavo di grosso. Che aveva capito che avevo raggiunto un accordo sottobanco con il proponente e che a lui non gliela davo a bere.

Cercai di spiegargli che con una bimba di un anno e mezzo restare sulla spiaggia a quell'ora era una cosa da incoscienti, ma non voleva sentire ragioni. Se mi azzardavo a liberare il posto potevo aspettarmi le gravi conseguenze del mio comportamento se solo il proponente l'avesse occupato.

Stavo spiegando al bagnino che non potevo stare li a controllare chi avesse occupato il mio posto in prima fila quando mi sono svegliato. Era solo un brutto sogno. Ero già tornato dalle ferie e quella sera avevo aperto una delle bottiglie di Primitivo di Manduria comprate in vacanza......

Grazie a tutti per la pazienza e buon lavoro.

 

Antonio Ruggiero

NETFLY-MNT